Progetto educativo

PREMESSA

Il bambino, all’ingresso nella Scuola dell’infanzia, porta in sé i tratti dell’esperienza vissuta nell’ambito famigliare. Questo ha determinato il suo essere e la sua personalità.

Scuola e famiglia, insieme, hanno il compito di accompagnare il bambino lungo il cammino della sua crescita.

Il Progetto Educativo è lo strumento che ci permette di comunicare su quali basi si fonda il nostro agire quotidiano nella scuola, così che ogni famiglia possa prenderne visione nell’intento di garantire al bambino una coerenza educativa.

LA SCUOLA

Questa scuola, ambiente intenzionalmente orientato all’educazione, ha un Progetto Educativo fondato sulla visione cristiana della vita e dell’educazione.

Pone il bene del bambino al centro del proprio impegno educativo.

L’EDUCAZIONE

Per educazione intendiamo l’introduzione del bambino alla realtà affinché possa riconoscere il significato totale di essa; in questo modo creiamo le condizioni perché continui nello sviluppo della sua personalità, iniziato in famiglia e scopra il senso della propria vita.

LA FAMIGLIA

La famiglia sceglie liberamente la scuola alla quale iscrivere il proprio bambino perché essa ha il diritto dovere originario di educare il proprio figlio.

Gli adulti presenti nella scuola intendono condividere con la famiglia la responsabilità educativa nei confronti del bambino, attraverso la proposta educativa qui descritta.

In questo cammino tutti i soggetti, adulti e bambini, crescono e maturano nella propria umanità.

CRITERI NELL’EDUCAZIONE

Perché il cammino educativo si realizzi abbiamo individuato alcuni criteri ai quali riferirci per realizzare il bene del bambino e non il meglio delle opportunità di crescita.

Guardando a questi criteri possiamo decidere anche quale proposta educativa scegliere per ciascun bambino. Essi sono:

Esperienza

Il bambino, accompagnato dall’adulto, incontra la realtà, la scopre, la conosce, nell’intento di coglierne il senso. L’esperienza permette al bambino di prendere coscienza di sé nell’azione che vive, attraverso una ricchezza di rapporti con le altre persone e con il mondo.

Realtà

Il bambino vive un’esperienza educativa che lo coinvolge globalmente solo se incontra una proposta caratterizzata da elementi concreti legati alla sua esistenza.

Relazionalità

Il bambino incontra la realtà nel rapporto con l’altro. L’adulto è l’ipotesi di senso che il bambino incontra e attraverso di lui sperimenta la corrispondenza tra questa ipotesi e ciò che il suo cuore desidera. Per questo l’unità degli adulti è la condizione per la crescita del bambino.

Identità

Dentro un rapporto significativo con l’adulto il bambino si riconosce, riconosce l’altro ed arriva pertanto ad avere a cuore se stesso e tutta la realtà.

Iniziativa

Nel bambino nasce il desiderio di fare da solo, di rischiare di sperimentare, soprattutto quando è sostenuto dalla fiducia che vive nel rapporto con l’adulto (reciprocità). Perché possa compiere un’esperienza reale, il bambino deve rapportarsi con la realtà lealmente.

L’EDUCATORE

Il riferimento costante e responsabile ai criteri sopra descritti costituisce la modalità prioritaria con la quale l’insegnante vive l’esperienza educativa con i bambini e influisce sul suo stile di lavoro.

Egli, responsabilmente, si pone nei confronti dei bambini come colui che comunica sé e il proprio modo di guardare la vita.

L’educatore considera ogni bambino come persona, lo rispetta e pone su ciascuno uno sguardo generoso e paziente, ricordando di ognuno la storia personale passata e presente, disposto anche a modificare le proprie attese nei suoi confronti.

L’educatore stimola, propone, osserva e condivide l’esperienza con i bambini.

Egli dialoga con la famiglia, la informa e si confronta con essa accogliendo lo sguardo differente sul bambino ed arricchendosi della diversità.

La responsabilità educativa che accomuna le insegnanti porta ad individuare nel collegio docenti uno dei momenti che permettono di far memoria costantemente dei criteri sopra individuati, attraverso il confronto, l’aiuto reciproco, l’ascolto e la correzione.

Consideriamo fondamentale in ogni rapporto con i bambini la relazione educativa che con loro si instaura perché da essa nasce, nel bambino, la consapevolezza di “essere presente nell’adulto” e di far parte della vita nella scuola.

METODO

Tutto ciò che viene proposto e predisposto per i bambini muove dalla considerazione che essi vivono vere esperienze solo quando sono coinvolti “globalmente” (testa, cuore, corpo).

Nelle proposte didattiche quindi privilegiamo un approccio corporeo ai materiali, perché conoscendoli e comprendendone le diverse possibilità che essi offrono, il bambino può dare forma alle proprie emozioni, cogliere la propria identità, conquistare autonomia e sviluppare competenze.

Le esperienze offerte al bambino si sviluppano nella realtà nella quale vive, secondo modalità consone all’età e principalmente attraverso il gioco. Esso può nascere spontaneo, guidato o organizzato e risponde alla necessità propria del bambino di misurarsi con la realtà, di controllarla e darle forma.

Anche spazi e tempi della scuola, pensati dall’adulto secondo un criterio educativo, sono strutturati per rispondere ai bisogni dei bambini.

In particolare abbiamo individuato nell’accoglienza (arrivo e congedo), nella convivenza (routine e attività quotidiane) e nella memoria (ricostruzione dell’esperienza) i tre momenti fondamentali nei quali si declina il tempo-scuola.

Gli spazi, messi a disposizione dei bambini, promuovono opportunità di incontro con l’adulto, con i coetanei e con le cose per la comprensione della realtà; li rendono responsabili delle loro scelte; permettono un approccio creativo e personale alle situazioni. Questo contesto facilita l’esperienza individualizzata, a piccolo o grande gruppo, in intersezione.

La progettazione didattica, in sintonia con quanto finora espresso, si struttura in percorsi esperienziali che consentono un approccio globale alla realtà. Le successive ipotesi di lavoro, individuate dalle insegnanti dentro la valutazione individuale e collegiale sono la risposta ordinata agli interessi che sorgono nei bambini.

L’osservazione (intesa come modalità con la quale si conosce la realtà per cogliere in essa dati significativi dell’esperienza in atto) la verifica (cioè l’adeguatezza e la convalida delle scelte pedagogiche e didattiche assunte) e la documentazione dell’esperienza sostengono e completano il lavoro.

RAPPORTO SCUOLA, FAMIGLIA, ISTITUZIONI

L’attenzione ai bisogni e alle necessità delle famiglie ci porta a proporre alcuni momenti di incontro e di dialogo quali:

Colloquio di pre-iscrizione con la coordinatrice, nel quale si porta a conoscenza delle famiglie il Progetto Educativo e l’organizzazione della scuola e si ricevono dai genitori dati significativi sulla crescita e i bisogni dei bambini.

Colloquio individuale con l’insegnante prima e durante la frequenza del bambino, per delineare i tratti essenziali del tempo di inserimento e per avviare una riflessione sull’esperienza educativa che ci accomuna.

Saluto quotidiano all’ingresso e all’uscita dalla scuola alle persone che si accompagnano al bambino, come modo semplice e discreto per mantenere aperto il dialogo con la famiglia.

Incontri di presentazione, visita della struttura scolastica, assemblee generali o di sezione per illustrare alle famiglie come la scuola opera.

Consiglio Insegnanti-Genitori come possibilità di proporre, promuovere e organizzare iniziative, volte ad arricchire la proposta educativa della scuola.

Feste e momenti comunitari dove ci si propone di accogliere “tutte” le famiglie dei bambini offrendo loro opportunità di incontro e amicizia in un clima meno formale.

Nei confronti delle altre Istituzioni che concorrono alla crescita del bambino prima e dopo l’ingresso alla scuola materna, ci rendiamo disponibili a sostenere la continuità educativa in sintonia con la famiglia.

Nella nostra scuola si segue con particolare attenzione la vita della Comunità Parrocchiale sostenendo e collaborando, dove possibile, alle iniziative promosse.

asilo

Quello che fai ai bambini conta. E loro non lo dimenticano più. “Tim Morrison”

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