Metodo
Il bambino, accompagnato dall’adulto, incontra la realtà, la scopre, la conosce, nell’intento di coglierne il senso. L’esperienza permette al bambino di prendere coscienza di sé nell’azione che vive, attraverso una ricchezza di rapporti con le altre persone e con il mondo.
Il bambino vive una reale esperienza educativa solo se incontra una proposta caratterizzata da elementi concreti legati alla sua esistenza e che lo coinvolga nella sua globalità (corpo, mente, cuore).
Questo è il cuore del metodo, chiamato “dell’esperienza”, che usiamo in ogni momento nella nostra scuola.
Riteniamo che le sezioni omogenee siano più corrispondenti al nostro modo di operare, in quanto:
- ci permettono di rispondere meglio ai bisogni delle diverse età;
- di non frammentare l’esperienza (il bambino è una persona unica e irripetibile) dividendo i bambini in gruppi di età per svolgere le diverse proposte didattiche che sono necessariamente diverse in funzione dell’età;
- di organizzare la sezione con spazi (che noi chiamiamo angoli) e materiali diversi a seconda dell’età e per rispondere alle diverse esigenze del gruppo classe.
Poniamo particolare attenzione ai seguenti momenti dell’azione educativa:
- all’osservazione del bambino e al coglierne bisogni e desideri: ciò è la base per la la realizzazione della progettazione educativa didattica.
- Alla costruzione della relazione attraverso l’accoglienza, accettazione del diverso da sé per ciò che è, nella consapevolezza che l’azione educativa avviene solo all’interno di un rapporto.
- Al valore dell’esperienza come incontro con qualcosa che genera attrattiva e come presa di coscienza del proprio essere dentro la realtà.
- Alla realtà nel suo aspetto di quotidianità.
- All’organizzazione di spazi e tempi come costruzione di quel “curriculum implicito” che sostiene lo sviluppo dell’esperienza.
- Al ruolo dell’adulto come co-protagonista dell’esperienza che, consapevole dell’importanza del rapporto educativo, vive una “paternità” verso il bambino, cioè una tensione a formare la persona nella sua globalità perché questa faccia emergere tutto il buono che ha in sé e diventi consapevole del proprio destino; valorizza i momenti di dialogo, di ascolto, e di paziente attesa; rispetta i silenzi e le pause di ciascuno; costruisce regole al servizio della persona nel rispetto di sé, degli altri e del contesto scuola; offre ai bambini ciò che di bello, buono e vero ha conosciuto e che desidera trasmettere loro.
- Alla memoria di ciò che accade nel tempo e al lavoro di trasformazione della realtà che il bambino compie come espressione del suo introdursi in essa.
- Alla documentazione e alla valutazione.
Quello che fai ai bambini conta. E loro non lo dimenticano più. “Tim Morrison”